Era il mese di maggio
quando l’ultimo progetto di Fabio Zuffanti veniva presentato
ufficialmente a Savona.
HÖSTSONATEN - The
rime of the ancient mariner, Charter
One, nasce molti anni prima, ma per la maturazione perfetta occorre
sempre aspettare il momento giusto, e quando si parla di qualità e di ricerca
della perfezione il fattore tempo è solo uno dei tanti aspetti con cui occorre
fare i conti, ma non il più importante.
Qualche mese fa
raccontavo così il mio sentimento post ascolto:
Il 16
dicembre, “The rime…” è diventato ancora qualcosa di
diverso, un contenitore di cui essere orgogliosi, e oggi ha trovato ulteriore
conferma quella mia affermazione che evidenziava l’importanza di nascere al
posto giusto nel momento giusto, tesa a sottolineare cosa avrebbe potuto
suscitare un’ opera teatrale simile - perché è questa l’evoluzione - se
fosse stata messa in scena quarant'anni fa.
La location scelta
per il debutto è il Teatro
Verdi di Sestri Ponente, Genova, spazio
che fa registrare un grande numero di presenti, non solo provenienti dal mondo
del prog. E in effetti lo spettacolo non aveva i presupposti dell’elitarietà,
essendo riassunto di arti differenti: musica, canto, danza, recitazione,
immagini e colori, il tutto sotto l’attenta regia di Susanna Tagliapietra.
Band schierata in
buona verticalità, per fornire ampio spazio ai tredici ballerini -
e quattro vocalist - con l’unica eccezione, Luca Scherani, mago delle
tastiere, posizionato a fondo palco.
Ma le magie colorate
di vintage di Scherani hanno avuto un buon ausilio in termini di sezione
archi/fiati per merito del flauto di Joanne Roan e del violino di Sylvia Trabucco, protagoniste in
punta di piedi.
Sezione ritmica
composta da Zuffanti e Mau Di Tollo, con Simone Ritorto alla chitarra
elettrica.
Caratteristica
dell’opera è l’utilizzo di quattro differenti vocalist che aiutano nella
presentazione dei quattro momenti narrativi.
Alessandro Corvaglia, Marco Dogliotti, Giammarco Farnè e Simona Angioloni,
Tutto
è sembrato perfetto, emozionante, sintesi di ciò che si vorrebbe sempre vedere
on stage, e per lunghi attimi mi è parso di tornare indietro nel tempo… potere
della musica!
Inutile sottolineare
i meriti del singolo, perché è il team teatrale che ha funzionato, e la
soddisfazione dipinta sul volto di Fabio Zuffanti, a fine spettacolo, era la
somma di mille sfaccettature, non tutte dichiarabili.
Le mie personali
riflessioni mi hanno portato nel campo dell’educazione: ogni scuola che si
rispetti dovrebbe avere la possibilità di vedere eventi del genere,
comparandoli e decidendo se è bene sondare se esistono alternative al
quotidiano.
Ho anche pensato che
“The rime…” dovrebbe essere itinerante, pur essendo conscio delle difficoltà
realizzative.
Mi sono poi chiesto
se l’album” The rime…”, dopo un risultato simile, possa essere proposto come
concerto a se stante, rinunciando a tutto ciò che al Verdi si è dimostrato
essenziale.
Per questi
piccoli-grandi quesiti esisteranno già alcune risposte e quindi attendiamo
fiduciosi.
Grande spettacolo, e grande
contributo tecnico da parte di Alessandro Mazzitelli e Rox Villa.
Poco prima
dell’inizio del concerto, mentre ero in coda in biglietteria, un uomo anziano
si è avvicinato al botteghino e ha chiesto quale film andasse in onda nel
pomeriggio. Delusione sul suo volto alla scoperta che nessun movie sarebbe
stato proiettato. Peccato, con un po’ più di coraggio avrebbe vissuto attimi
indimenticabili…
Fotografie di Enrico Rolandi
Nessun commento:
Posta un commento