Domenica 13 maggio ha
avuto inizio la serie di presentazioni del nuovo progetto di Fabio Zuffanti/ HOSTSONATEN, “ The Rime of ancient mariner”, trasposizione
musicale del poema scritto da Samuel
Taylor Coleridge.
Luogo scelto per lo
start up, il savonese Van Der
Graaf Pub di Fabrizio Cruciani.
Per sapere qualcosa
in più dell’album è possibile consultare il sito ufficiale di Fabio e una
pagina contenente un mio precedente giudizio:
Il commento finale di
Zuffanti semplifica la serata: “
Non molti spettatori, ma buonissimi!”. Il “non molti” è
caratteristico, purtroppo, delle cose che riguardano la musica di qualità, ma l’occasione
meritava davvero e alla fine era palese la soddisfazione di tutti, musicisti e
spettatori.
L’incontro nasce come
mix tra musica e parole, con domande/risposte intervallate da interventi
musicali per un totale di circa un’ ora.
La parte finale del
locale è stata nell’occasione trasformata in palco, con lo schieramento di
un set di strumenti che hanno permesso una sorta di esibizione
elettroacustica: la tastiera di Alessandro
Corvaglia, il basso di Zuffanti,
la chitarra acustica di Simone
Ritorto, il microfono per i differenti cantanti e per il
narratore Carlo Carnevali.
“The rime… Chapter One” prevede la
presenza di quattro vocalist, e tre di loro si sono esibiti al VDG: Alessandro Corvaglia, Marco Snao Dogliotti e Simona
Angioloni. Voci molto differenti tra loro ma incredibilmente belle, e con
una grande resa all’interno di un set sulla carta minore rispetto
all’originale, ma di forte impatto.
Il pubblico ha
sottolineato ad ogni passaggio un notevole gradimento, arrivando ad unirsi ad
un coro ufficiale, di facile presa.
Significativo anche
l’interesse generale e l’interattività, con Alberto
Sgarlato che, in prima fila,
ha sciorinato un paio di domande interessanti, alternandosi al conduttore
ufficiale della serata.
Trovo che l’aspetto
didascalico fornito dalle parole di chi ha creato e successivamente proposto
sia estremamente interessante, e penso debba essere una strada da perseguire
anche sul palco, in fase di reale concerto… a volte qualche semplice parola può
dare informazioni interessanti per chi vive la musica con passione.
Come sottolineavo,
grande resa musicale in un piccolo spazio.
L’obiettivo a medio
termine è ovviamente quello di presentare la sontuosa opera per intero, su di
un palco maggiore, ma non penso sia da abbandonare l’idea del set acustico e
ristretto, anzi, andrebbe aumentato il tempo di performance perché è una formula
che, con una preparazione minima, garantisce un risultato notevole.
Alla fine il bis è
arrivato in via naturale, e poi un altro, e poi un altro ancora.
Ma la voglia di
proseguire la serata era palpabile e il compito di “guidare” è stato affidato a Corvaglia che ha tirato fuori dal cilindro una
trepassiana “The Knife”, assieme a Zuffanti, per poi passare al
“suo”-e non solo “suo”- capolavoro prog, “And you and I” dei sempre
amati YES.
“The rime” è davvero un gran disco, e
ascoltarlo in un contesto … familiare, a mio avviso ha esaltato certi dettagli
che solo la performance live può regalare, e poco importa il luogo e la sua
dimensione.
Ma sono certo che
arriverà anche il momento in cui HOSTSONATEN riuscirà a proporre
l’intera opera con il gruppo al completo, e se tanto mi da tanto… non
mancheranno le emozioni.
A seguire
un’esemplificazione filmata del mio pensiero sulla serata e su HOSTSONATEN.
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