Fotografie di Enrico Rolandi e Giulia Spinelli
Sto ascoltando
da giorni la prima prova di mix del disco e le sensazioni sono contrastanti.
Dopo mesi di lavoro è normale giungere a una sorta di assuefazione e non
riuscire più a distinguere ciò che funziona da ciò che è da rivedere. Passo
quindi da momenti in cui mi sembra tutto da rifare ad altri di esaltazione
assoluta. E' probabile che in questo frangente la cosa migliore sia staccare un
attimo e ritornare sul mix dopo qualche giorno per valutare il tutto con
orecchie riposate.
Una cosa è
certa, questo disco non è in alcun modo “accomodante”. E' un album oscuro,
duro, spigoloso, senza compromesso alcuno, a tratti anche urticante. Solo nel
pezzo finale il tomento trova una positiva soluzione e il tutto si stempera in
una musica dolce e in qualche modo rinfrancante.
E' realmente lo
specchio deformato delle mie emozioni
13 Agosto + 9
settembre: Luca Scherani + Agostino Macor
Nei progetti
iniziali di questo disco avevo pianificato di non coinvolgere in esso alcuno
dei miei abituali (e più che ottimi) collaboratori. Per i lavori solisti a mio
nome (o a nome Hostsonaten) mi sono infatti sempre servito di un team di
musicisti che più o meno è rimasto sempre lo stesso. Stavolta invece avevo
voglia di fare un'esperienza diversa, entrare in contatto con nuove mentalità
in modo da assorbire nuove esperienze e inserire nel nuovo lavoro suoni e modi
di suonare un minimo differenziati rispetto agli album precedenti.
Mi sono però
trovato a un certo punto ad avere bisogno di due strumenti particolari per
impreziosire la trama sonora. Tali strumenti erano nelle mani di due dei mie
più assidui collaboratori; Luca Scherani e Agostino Macor. Ho fatto quindi -
come si suol dire – un felice strappo alla regola e ho deciso di
inserire un breve cameo dei due sopracitati.
Luca ha dato
così il suo pieno apporto con una breve (ma ritmicamente impossibile)
parte di vibrafono unito a un glockonspiel su “La quarta vittima”, il
pezzo più zappiano del disco.
Per quello che riguarda Ago so che
certe atmosfere "spaziali" come le crea lui non le crea nessuno per
questo ho deciso di impiegarlo al Theremin. C'erano infatti alcuni momenti in
un paio di pezzi che mi faceva piacere riempire con suoni astratti, più che con
note ben definite. Il Theremin è stato perfetto per lo scopo!
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