9 settembre: Rox Villa
Il nostro caro tecnico del suono oltre
alle abilità foniche che lo contraddistinguono è anche un eccellente
trombonista. Il trombone è uno strumento strano e non sempre col rock ci va a
nozze ma per certi spezzoni jazzati è stato perfetto. Non solo, in un momento
molto sinfonico su "L'interno di un
volto" un fantastico tappeto realizzato con tre tromboni sovraincisi
ha creato una magniloquente e ultraterrena atmosfera molto Dead Can Dance
meet King Crimson.
Ma Rox non è stato solo questo.
Rox è stata la persona più importante
per la buona riuscita di questo album. Mi ha infatti aiutato sin dai primissimi
giorni a produrre, organizzare e scegliere i giusti musicisti. Mi ha dato una
grossa mano per gli arrangiamenti, per i suoni, per le varie scelte e per la
gestione di tutto il progetto.
Inoltre ha suonato (il sopracitato
trombone ma anche alcune tastiere quali mellotron e sintetizzatori vari) e, più
di tutto, ci ha messo l'anima per registrare l'album nei suoi Hilary Studios, a volte non dormendo la
notte fino a che non trovava il giusto suono.
Questo disco non sarebbe stato lo
stesso senza il grande talento di Rox e - senza nulla togliere a tutti quelli
che si sono impegnati per rendere reale questo sogno - è a lui in primis che vanno
i miei più sentiti ringraziamenti.
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